LA VISITA PROCTOLOGICA E I SINTOMI  

In cosa consiste la visita proctologica?
Il primo incontro con il chirurgo proctologo è dedicato alla approfondita conoscenza delle abitudini intestinali, alla raccolta dei sintomi, dello stato di salute generale. E’ importante comunicare al medico non solo la situazione al momento della visita, ma anche la sua evoluzione nel tempo a partire dall’infanzia, il decorso di eventuali gravidanze, ecc.
Dopo il colloquio il paziente verrà fatto distendere sul fianco sinistro a gambe rannicchiate (posizione di Sims) e si procederà nell’ordine a:
1) ispezione della zona perineale (visione di eventuali lesioni, dermatiti, conformazioni anatomiche atipiche, ecc);
2) esplorazione rettale (valutazione funzionale con eventuali prove di contrattilità degli sfinteri, ricerca di masse palpabili, di zone di dolorabilità elettiva, ecc);
3) anoscopia (visione diretta del distretto anorettale fino a 6-8 cm dal margine anale).
Tutte le manovre sono eseguite senza alcun bisogno di preparazione intestinale o di anestesia, con un fastidio paragonabile a quello di una visita ginecologica o urologica.

Quali sono i sintomi per cui è necessaria una visita proctologica?
Sanguinamento: può essere espressione di emorroidi ma anche sottendere ad una patologia tumorale, per cui va sempre accuratamente indagato.
Dolore: numerose sono le patologie che evocano dolore anale - in genere trombosi emorroidaria, ragadi anali, proctalgia fugax, ascessi.
Bruciore: il bruciore anale o in particolare il dolore urente, esprimono generalmente una ragade sottostante.
Prurito: sintomo particolarmente aspecifico che può sottintendere a numerose patologie sia infettive che anatomiche, che vanno indagate.
Ano umido: espressione spesso di un prolasso rettale o di una forma di incontinenza lieve.
Tenesmo: la sensazione di dover defecare senza riuscirci; spesso è causato da un ingombro anorettale e merita sempre indagini accurate.
Stitichezza: sono molteplici le motivazioni che inducono un rallentamento della defecazione. Si possono distinguere principalmente in:
1) stipsi da rallentato transito, dove il colon non svolge la funzione propulsiva in modo competente;
2) defecazione ostruita, dove alcune patologie anorettali come prolassi, rettoceli, ecc impediscono un fruttuoso svuotamento dell’ampolla rettale.
Reperto di neoformazioni o escrescenze anali e perianali: vanno sempre indagate in modo accurato per determinarne la natura clinica.

Prevenzione
Come per tutto l’apparato gastrointestinale, dopo i cinquant’anni è una buona norma preventiva effettuare un controllo almeno quinquennale, anche in assenza di sintomi, per scoprire in tempo eventuali patologie silenti.
Quale terapia: medica o chirurgica?
A meno di eventuali urgenze proctologiche (come ad esempio un ascesso) o condizioni necessitanti un repentino intervento chirurgico, è preferibile seguire per un periodo alcune norme igienico-dietetiche consigliate dal proctologo, associate a una terapia medica. Dopo un’eventuale rivalutazione del grado di malattia e dei miglioramenti dopo la terapia medica, si potrà concordare con il medico l’intervento chirurgico.